l Convento e la Chiesa della Trinità dei Monti, furono costruiti per volontà del re di Francia Carlo
VIII che, nel 1495, chiese ed ottenne da papa Alessandro VI Borgia l’autorizzazione alla
costruzione di un complesso sulla collina del Pincio destinato all’Ordine dei Minimi di San
Francesco di Paola.
Il frate, canonizzato nel 1519 da papa Leone X, era stato chiamato in Francia dal re Luigi XI nel
1483 per la sua fama di taumaturgo, rimanendo presso la corte francese e assistendo il sovrano
fino alla morte, avvenuta nel 1507, e godendo della stima del figlio e successore Carlo VIII.
L’edificazione della chiesa, del convento e la loro decorazione risiede dunque nel legame
privilegiato che unì i Frati Minimi di Francesco di Paola alla corte di Francia: finanziato e curato
dai sovrani, il convento di Trinità dei Monti fu considerato infatti a tutti gli effetti Convento Reale.
I lavori, iniziati nel 1502, si protrassero a lungo, tanto che la consacrazione avvenne solo nel 1594,
sotto il pontificato di Clemente VIII.
Il Convento fin da subito visse una splendida stagione artistica, di cui resta oggi memoria nella
sua importante e straordinaria decorazione.
Il refettorio del convento, in particolare, dove i frati mendicanti consumavano i loro pasti frugali,
fu affrescato dal gesuita Andrea Pozzo nel 1694.
Il grande trompe l’oeil con le scenografiche Nozze di Cana occupa le pareti della sala: gli sposi
con i loro invitati a destra, i cuochi, i servitori e le guardie a sinistra, sulla parete di fondo Cristo
che, a richiesta di Sua Madre, trasforma l’acqua portata dal servo in vino, mentre sulla parete
d’ingresso è collocata l’orchestra: gli archi a sinistra, i cantori a destra, i fiati al centro. Il
trombettiere porta i gigli sullo sfondo blu delle armi di Francia, che ricordano il carattere
francese e reale del convento.
Il carattere storico e politico è ripreso nella decorazione della volta dove, tra finte travi che
sembrano sostenerne incredibilmente il peso, otto scene ricordano la storia della fondazione del
convento e gli atti dei papi che ne riservarono l’uso ai Padri Minimi francesi.
Secondo un’antica tradizione, Sant’Apollinare fu il primo Vescovo di Ravenna, consacrato ed
inviato ad evangelizzare quella regione direttamente da San Pietro.
La chiesa romana a lui dedicata fu fondata da papa Adriano nel 780 sulle rovine delle terme
Neroniane-Alessandrine insieme ad un monastero destinato ad ospitare i monaci basiliani
fuggiti da Costantinopoli.
Durante il medioevo la chiesa fu dotata anche di un collegio di canonici, che durò fino al XVI
secolo, periodo in cui fu elevata a titolo cardinalizio da papa Leone X. Dal XVI secolo inoltre la
chiesa è legata al Collegio Germanico dei Gesuiti (poi Collegio Germanico Ungarico), con sede
nell’adiacente Palazzo dell’Università.
L’edificio in origine era preceduto da un piccolo portico e, al suo interno, era suddiviso in tre
navate con abside; le forme attuali, che rendono l’edificio un tipico esempio di transizione
barroco-neoclassica, sono il risultato delle profonde trasformazioni attuate, tra il 1742 e il 1748, da
Ferdinando Fuga, architetto dei Sacri Palazzi, su incarico di papa Benedetto XIV.
Nel 2008 è stato completato l’ampio restauro che ha interessato la chiesa, le strutture adiacenti
e la piazza antistante.
La caratteristica Piazza delle Coppelle si trova nel Rione Sant’Eustachio a Roma, a pochi passi
dal Pantheon. Il nome “Coppelle” deriva dai fabbricanti di “cupe” (botti da 5 litri) che tenevano le
loro botteghe in quella contrada.
Topograficamente Piazza delle Coppelle ha la forma di una U che circonda la chiesa medievale
di San Salvatore alle Coppelle; sia davanti che dietro la chiesa affacciano edifici costruiti dal XV al
XVIII secolo e alle spalle della chiesa la parte più ampia della piazza, ospita di giorno il piccolo
mercato rionale.
Una leggenda tramanda che la chiesa, costruita intorno all’XI secolo, sia stata edificata sui resti
della dimora di S. Abbasia, antica nobildonna romana. Dal 31 marzo 1914 l’edificio è la chiesa
nazionale dei romeni greco-cattolici ed è officiata in rito bizantino. Un’iscrizione murata
all’interno della chiesa attesta che fu consacrata da papa Celestino III il 26 novembre 1195, anche
se non è da escludere che tale iscrizione faccia riferimento ad un restauro, e non alla costruzione
vera e propria della chiesa, la quale perciò sarebbe più antica.
L’interno mantiene la divisione medievale a tre navate. Tre le cose da ricercare: entrando sulla
destra si nota l’epigrafe che ricorda la consacrazione della chiesa nel 1195 da parte di Celestino
III. Sulla parete di fondo della cappella della Vergine, invece, si scorge un frammento affrescato
trecentesco di una Dormitio Virginis molto rimaneggiata. Nella navata centrale, invece,
l’iconostasi con l’Ultima Cena e figure di santi.