Quarto appuntamento della XVI Edizione del Roma Festival Barocco
Le virtuose fatiche
Les amies partimentistes
Giovanna Barbati, Carla Rovirosa Guals, violoncello
Elena Bianchi, fagotto
Mara Galassi, arpa doppia
Chiara Tiboni, clavicembalo
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Francesco Supriani (1678-1753)
Sonata n. 5 in mi minore per violoncello & basso continuo
Toccata n. 8 in sol maggiore per violoncello & basso continuo
Sonata n. 8 in sol maggiore per violoncello & basso continuo
Gregorio Strozzi (ca 1615-post 1687)
Mascara, Sonata e ballata da più Cavalieri Napolitano, nel Regio Palazzo in do maggiore
Francesco Supriani
Sonata n. 7 in fa magg. per violoncello & basso continuo
Toccata n. 7 per violoncello & basso continuo
Toccata n. 10 in re minore per violoncello solo
Sonata n. 10 in re minore per violoncello & basso continuo
Francesco Recupero (1750 ca. – 1806)
dalla Sonata n. 1 op. 1 in si b maggiore per fagotto & basso continuo
Allegro
Ascanio Mayone (1570-1627)
Toccata IV per arpa sola in re minore
[dal Primo Libro di diversi Capricci, Napoli 1603]
Angelo Ragazzi (1680-1750)
Sonata a quattro n. 1, op. 1 in sol maggiore
[trascrizione dall’originale per treviolini & basso continuo]
Allegro – Grave – Allegro
Francesco Supriani
Toccata n. 4 in do maggiore
Sinfonia in do maggiore
Amoroso – Allegro assai – Larghetto, Presto
Sonata in la minore
Andante – Allegro – Adagio – Allegro
Fra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo emerge e si consolida a Napoli una straordinaria fioritura di musica strumentale. I virtuosi formatisi in uno dei quattro antichi conservatori napoletani impiegati sia nel viceregno napoletano che nelle maggiori corti europee contribuirono in misura determinante all’evoluzione di generi, forme e strumenti. In particolare si distingue in questo periodo una vera e propria scuola violoncellistica formata da virtuosi di prima grandezza, quali Francesco Alborea, Salvatore Lanzetti e Francesco Paolo Tomaso Supriani (1678-1753). Nato a Conversano, vicino Bari, Supriani (il cui cognome appare a volte come Supriano o Sopriano) entrò al Conservatorio della Pietà dei Turchini nel 1693 e studiò violoncello con il celebre maestro Giovanni Carlo Cailò. Impiegato brevemente nella Real Capilla di Barcellona voluta dall’arciduca Carlo d’Asburgo nel 1707, Supriani fece ben presto ritorno a Napoli, dove fu impiegato come primo violoncello della Cappella Reale e del prestigioso ensemble del Tesoro di San Gennaro, e dove sposò la cantante Margherita Mencarelli, per la quale scrisse anche alcune cantate. Le fonti documentarie confermano che Supriani fu fra i più celebri violoncellisti dell’epoca e attestano pagamenti per le “virtuose fatiche” del violoncellista nel suonare anche presso il Teatro di San Bartolomeo e nelle festività del monastero della Trinità delle Monache.
Supriani tuttavia occupa un posto di rilievo nella storia del violoncello in quanto autore di uno dei primi metodi per questo strumento, i Principij da imparare a suonare il violoncello. Il metodo include una breve introduzione ai fondamenti della teoria musicale, seguita da una serie di 12 Toccate per violoncello solo, un vero e proprio compendio delle possibilità tecniche dello strumento. Un’altra fonte manoscritta raccoglie dodici sonate che in realtà consistono in una ricca elaborazione virtuosistica delle dodici toccate del metodo. Il carattere tecnico delle Toccate, ma soprattutto i virtuosistici esempi di elaborazione lasciano pensare a una destinazione di questa raccolta per uso didattico, destinata agli studenti più avanzati se non addirittura rivolta ai violoncellisti virtuosi. Le composizioni di Supriani rappresentano una risorsa di cruciale importanza per lo studio della prassi esecutiva settecentesca e rivelano l’avanzato sviluppo della scuola violoncellistica napoletana. Questi lavori si collocano nell’ambito della tradizione pedagogica napoletana e rappresentano uno straordinario esempio del brillante virtuosismo che caratterizzava la scuola violoncellistica napoletana.
Tuttavia, l’orientamento virtuosistico della tradizione strumentale napoletana si unisce da un lato alle movenze dello stile galante e dall’altro a uno stile spesso caratterizzato da una forte presenza del linguaggio contrappuntistico. Esempi significativi dell’adozione di uno squisito stile galante si trovano non solo nei cantabili movimenti lenti delle sonate in Do maggiore e in La minore di Supriani, ma soprattutto nella più tarda sonata per fagotto di Francesco Ricupero (fl. 1761-1806). Poco si conosce della biografia di questo musicista che fu impiegato nella Cappella Reale e nell’orchestra del Teatro San Carlo e che si distingue per una copiosa produzione di musica sacra e una raccolta di 16 sonate per flauto traverso e basso, una delle quali appare anche in una versione per fagotto.
Testimonianza di un più rigoroso stile contrappuntistico appare invece nella prima sonata della raccolta di Sonate a Quattro pubblicate nel 1736 dal violinista Angelo Ragazzi. Violinista nella Real Cappella di Barcellona e dal 1713 presso la Cappella Imperiale di Vienna, Ragazzi divenne Direttore della Musica alla corte dell’imperatore Carlo VI e primo violino della Cappella Reale di Napoli dal 1729. La raccolta, dedicata all’imperatore, presenta dodici sonate in cui si alternano con calcolata regolarità sonate dallo stile concertante con altre per tre violini e basso (in questo concerto trascritta per tre violoncelli), che presentano una scrittura marcatamente contrappuntistica.
Senza dubbio le radici della tradizione strumentale napoletana affondano nel repertorio tastieristico che già alla metà del Cinquecento ricoprì un ruolo di enorme rilievo, prima grazie all’attività di Jean de Macque, quindi con quella dei suoi allievi e successori, Giovanni Maria Trabaci e Ascanio Mayone – musicisti che ebbero un considerevole impatto sullo stile di Girolamo Frescobaldi e sulla formazione del repertorio tastieristico italiano – e infine, in pieno Seicento, nella produzione di Giovanni Maria Sabino, Giovanni Salvatore e Gregorio Strozzi (c.1615-87). Sono questi stessi autori che contribuiscono anche in maniera significativa alla letteratura dedicata all’arpa, strumento che, nelle sue varianti organologiche di arpa «doppia» o «tripla», rimase negli organici strumentali napoletani fino ai primi decenni del Settecento. Già Cerreto incluse il nome di Ascanio Mayone (c.1565-1627), maestro di cappella alla Casa Santa dell’Annunziata e primo organista della Cappella Reale, sia fra gli organisti che fra i «sonatori eccellenti dell’Arpa à due ordini». Alcune composizioni incluse nel primo libro di Diversi capricci per sonare (1603) prevedono la possibilità di esecuzione sia alle tastiere che all’arpa. Una ricca e varia presenza di strumenti si riscontra naturalmente anche nel repertorio sia sacro (messe, Passioni, cantate sacre o altro repertorio liturgico o paraliturgico) che profano (cantate, serenate) o nell’accompagnamento di intrattenimenti all’aperto (gli spassi) o a corte (le feste a ballo). Alcuni titoli di composizioni strumentali rimandano esplicitamente agli spettacoli o mascherate che avevano luogo nel corso delle «feste a ballo». È il caso della Mascara, Sonata e Ballata da più Cavalieri Napolitani nel Regio Palazzo di Gregorio Strozzi, secondo organista della Cappella dell’Annunziata a Napoli e autore di un trattato di teoria musicale (1683). La fanfara iniziale e la rapida successione di sezioni evocative di strumenti a fiato e tamburi, rimandano agli intrattenimenti musicali che avevano luogo alla corte di Napoli a fine Seicento.
Guido Olivieri
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Giovanna Barbati è una violoncellista e violista da gamba il cui repertorio si estende dalla musica antica a quella contemporanea, con uno speciale interesse per l’improvvisazione. Si esibisce spesso come solista, ha eseguito la prima esecuzione di varie composizioni per violoncello, ed esegue proprie composizioni. Per molti anni è stata primo violoncello e violista da gamba della Academia Montis Regalis, con cui ha suonato come solista in tour nel 2014, suonando anche a Parigi, Londra e S. Pietroburgo. Come primo violoncello ha suonato anche con la Innsbrucker Festwochen Orchestra, il Teatro Regio di Torino, l’Accademia Bizantina, Les Talens Lyriques, Il Complesso Barocco, la Real Compañìa Òpera da Càmara, L’Arte del Mondo, Camerata Bern e Concerto de’ Cavalieri. Alla viola da gamba ha suonato il continuo in varie opere e nel Sesto Concerto Brandenburghese di Bach con Andras Schiff e Cappella Barca.
Docente di viola da gamba presso il Conservatorio ‘A. Casella’ de L’Aquila, insegna anche violoncello barocco e improvvisazione storica. Da anni svolge ricerca musicologica sulla didattica storica dell’improvvisazione al violoncello e alla viola da gamba. È suo l’articolo ‘Il n’exécute jamais la Basse telle qu’elle est écrite’ nel volume Musical Improvisation in the Baroque Era (Brepols 2019), edito da Fulvia Morabito; in collaborazione con Guido Olivieri ha preparato l’edizione critica dei Passagagli di Gaetano Francone (HH 2021, realizzazione del continuo a cura di C. Tiboni) e il Metodo per violoncello di Antonio Guida (Sedm 2021), più l’articolo ‘Le Sonate di Antonio Guida: una nuova fonte napoletana per la didattica del violoncello’, pubblicato in Studi Musicali, vol. 2, 2021. Insieme con Alessandro De Marchi ha preparato per il Festival Innsbrucker Festwochen der Alten Musik l’edizione critica delle opere Merope di Riccardo Broschi e Idalma di Bernardo Pasquini, insieme con Elam Rotem l’opera di Carlo Pallavicino L’amazzone corsara. È stata invitata a presentare nel 2023 il suo lavoro sull’improvvisazione storica presso la Schola Cantorum Basiliensis, la Smarano Organ Academy e il Mozarteum di Salisburgo.
Ha partecipato alla registrazione di numerosi CD, vincitori di molti premi, ricevendo entusiastiche recensioni personali dalla critica. ‘At the cello, Giovanna Barbati moves us and touches us with its almost mystical and powerfully dramatic performance’.
Dopo aver completato il suo bachelor degree in Barcelona con Amparo Lacruz, Carla Rovirosa Guals ha iniziato il perfezionamento in violoncello barocco nel 2014 alla Schola Cantorum Basiliensis con Christophe Coin e Petr Skalka. Carla suona in molte orchestra europee tra le quali l’ Orchestra of the Age of Enlightenment, La Cetra Barockorchester, Accademia Barocca Lucernensis, Nordic Baroque Orchestra and Academia Montis Regalis e molte altre.Si è esibita con musicisti eccezionali come Amandine Beyer, Andrea Marcon, Sir Simon Rattle, Andreas Bötticher e ha preso parte a festival come Innsbrucker Alte Musik Festival, Ryedale Festival in Inghilterra e il Barokkfest in Trondheim.
Elena Bianchi ha studiato fagotto barocco con Lorenzo Alpert presso il Conservatoire Populaire de Musique di Ginevra diplomandosi col massimo dei voti e la menzione speciale della giuria, e con Alberto Grazzi alla Civica Scuola di Musica di Milano. In precedenza si è diplomata in flauto dolce con Giorgio Pacchioni al Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna e si è laureata in musicologia presso il D.A.M.S. dell’Università di Bologna. Come fagottista si dedica sia al repertorio per dulciana sia a quello per fagotto barocco e classico.
Nel 1999 è stata fagottista dell’Orchestra Barocca dell’Unione Europea, con cui si è esibita in molti paesi europei sotto la direzione di Ton Koopman e Roy Goodman, per il quale ha anche suonato come solista un concerto per fagotto del compositore inglese Capel Bond. Suona regolarmente sia in Italia che all’estero (Europa, Egitto, Turchia, U.S.A., Messico, Australia, Colombia, Corea e Giappone). Ha collaborato con vari gruppi di musica antica tra cui l’orchestra Academia Montis Regalis con cui ha lavorato sotto la direzione di Jordi Savall, Sigiswald e Barthold Kujken, Filippo Maria Bressan, (Konrad Junghänel), Concerto Koeln sotto la direzione di René Jacobs e Ivor Bolton, l’Ensemble Elyma (Gabriel Garrido), il Balthasar Neumann Ensemble (Thomas Hengelbrock), La Risonanza (Fabio Bonizzoni), Le Concert des Nations (Jordi Savall), il Complesso Barocco (Alan Curtis), il Divino Sospiro (Enrico Onofri), la Irish Baroque Orchestra (Monica Huggett). Lavora regolarmente con l’Accademia Bizantina (Ottavio Dantone), I Turchini (Antonio Florio), l’Ensemble Aurora(Enrico Gatti), il Concerto Italiano (Rinaldo Alessandrini) e Concerto Koeln. Ha al suo attivo varie registrazioni radiofoniche e discografiche, per Opus 111, Emi Classics, Amadeus, Deutsche Grammophon, Tactus, Dynamics, Glossa, Brilliant Classics. Ha insegnato fagotto barocco presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza e l’Accademia Internazionale della Musica di Milano.
Nata a Milano, Mara Galassi ha studiato arpa moderna sotto la guida di Luciana Chierici presso la Civica Scuola di Musica di Milano (ora Civica Scuola di Musica Claudio Abbado), diplomandosi presso il Conservatorio di Pesaro nel 1976. Ha seguito corsi di perfezionamento a Londra con David Watkins e a Zurigo con Emmy Huerlimann. Ha suonato con le orchestre della Rai di Milano e Napoli, del Maggio Musicale Fiorentino e dell’Opera di Genova; dal 1980 al 1989 ha ricoperto il ruolo di prima arpa presso il Teatro Massimo di Palermo.
Dal 1984 si è dedicata all’esecuzione del repertorio rinascimentale e barocco sull’arpa doppia, perfezionandosi al Conservatorio di Rotterdam con David Collyer (vincitrice di borsa di studio) e al Sarah Lawrence College di New York sotto la guida di Patrick O’Brien (vincitrice di borsa di studio Fulbright). Ha seguito a Londra i corsi di musicologia di Michael Morrow ed è socio fondatore della Historical Harp Society e attuale membro della Historical Harp Society of America.
Svolge intensa attività concertistica come solista e in collaborazione con i più prestigiosi gruppi di musica antica d’Europa: Concerto Vocale (dir. René Jacobs), Concerto Italiano (dir. Rinaldo Alessandrini), Concerto Köln, Freiburger Barockorchester, Akademie fuer alte Musik Berlin, Concerto Soave (dir. Jean-Marc Aymes), Mala Punica (dir. Pedro Memelsdorff), Musica Petropolitana (San Pietroburgo). Ha inciso per Tactus, Symphonia, Ricordi, Arcana, Erato, Harmonia Mundi, Opus 111.
Per Glossa Music ha pubblicato Il viaggio di Lucrezia, musica italiana del primo Seicento (premiato con Choc de la Musique e Cannes Award), Les Harpes du Ciel, una raccolta di duetti per due arpe a crochet della fine del Settecento e A Microcosm Concerto, con musiche di Haendel. Per Harmonia Mundi, con la Freiburger Barockorchester, ha inoltre inciso il Concerto per arpa e flauto di Mozart.
In collaborazione con Deda Cristina Colonna, danzatrice, attrice e regista, ha ideato lo spettacolo Voluptas Dolendi. I gesti del Caravaggio, attualmente disponibile in versione filmica (Art Film, Fondazione Marco Fodella, 2010). Dal 1989 è docente di arpa rinascimentale e barocca e musica da camera presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano.
Chiara Tiboni, clavicembalista, è titolare della Cattedra di Clavicembalo e tastiere storiche presso il Conservatorio Statale di Musica “G. Verdi” di Milano. Ha approfondito in modo particolare la conoscenza della teoria e della prassi esecutiva della musica antica sotto la guida del M° Kenneth Gilbert, con il quale ha studiato all’Accademia Chigiana di Siena e sempre sotto la sua guida presso la Hochschule für Musik “Mozarteum” di Salisburgo, conseguendo il diploma di virtuosismo nel 1990. Si è in seguito specializzata in basso continuo conseguendo il I e II livello in Maestro al Cembalo presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma con M° Federico Del Sordo. È direttore artistico dell’Associazione Musicale L’Architasto a Roma. L’intento, in particolare, è rivalutare gli antichi strumenti da tasto (clavicembalo, clavicordo, organo, fortepiano). Dal 2008 organizza il “Festival Internazionale de L’Architasto: il clavicembalo” cercando di rinnovare lo splendore che la tastiera aveva raggiunto a Roma nel diciassettesimo e diciottesimo secolo. Si è dedicata alla riscoperta del Repertorio di compositrici del ‘600 e ‘700 eseguendo molti concerti con la loro musica. Ha inciso un CD con 12 sonate a 1, 2, 3, e 4 istromenti scritte da Isabella Leonarda, La Musa Novarese.
Dal 2012 al 2020 è stata anche Direttore artistico del Festival Frescobaldi che si svolge annualmente presso la Basilica dei SS. XII Apostoli in Roma.
Ha suonato come solista e in formazioni cameristiche a Roma, Praga, Newcastle upon Tyne, Oxford, Edimburgo, Dublino, Varsavia, Toronto, Washington, Budapest, Lisbona, Santander, invitata dall’Istituto Italiano di Cultura del Ministero degli Esteri e dall’Università di Musica di Oxford e Newcastle upon Tyne.
Per l’Edition HH (Oxford) nel 2021 ha collaborato alla realizzazione del basso continuo dei “10 Passagagli per violoncello” di Gaetano Francone edito da Giovanna Barbati e Guido Olivieri. Per la Brilliant ha inciso il cd con musiche di Johann Baptist Vanhal, Le Sonate per clarinetto storico e clavicembalo. Sempre per la Brilliant ha inciso La Serva padrona di Pergolesi. Di recente uscita (2022) un metodo didattico per i conservatori: Il Basso continuo reso facile (ED. Rugginenti – Milano.
Acquista i biglietti: https://www.diyticket.it/events/musica/14343/le-virtuose-fatiche